L’emergenza Coronavirus ha colpito tutto lo sport, individuale e di squadra, mettendo “a freno” la passione di milioni di praticanti. Con l’inizio della cosiddetta “fase 2” l’attività è ripresa, ma solo per alcune discipline e rispettando ovviamente le regole di distanziamento sociale, per prevenire un ritorno dei contagi. Podisti e ciclisti sono stati tra i primi a riprendere gli allenamenti, mentre per altri sport la strada pare più tortuosa e soggetta a differenti valutazioni. In questo articolo punteremo l’attenzione sul tennis, disciplina per la quale è stata prevista una ripartenza scaglionata.
Secondo quanto stabilito nel DPCM del 26 aprile, dal 4 maggio e sull’intero territorio nazionale sono tornati ad allenarsi “tutti i giocatori tesserati presso la Federazione Italiana Tennis che abbiano una classifica di prima e seconda categoria nelle tre discipline del Tennis, del Padel e del Beach Tennis. Il permesso è esteso ai tennisti Under 16, 14 e 12 di interesse nazionale convocati nei CPA (Centri Periferici d’Allenamento) della FIT e ai più forti atleti italiani che praticano il Tennis in Carrozzina. Tutti sono tenuti ad osservare scrupolosamente, sia fuori sia dentro al campo di gioco, le disposizioni emesse dalle Pubbliche Autorità per contrastare la pandemia da coronavirus, e a rispettare durante gli allenamenti comportamenti e pratiche che – nonostante il tennis figuri al primo posto nell’elenco degli sport più sicuri stilato dal Politecnico di Torino su incarico del Coni – eliminino del tutto il rischio di contagio”.
Alcune regioni si sono spinte oltre aprendo i centri sportivi e permettendo a tutti, nel rispetto delle norme specifiche di distanziamento ed igienizzazione degli ambienti, di giocare a tennis. In Toscana se ne riparlerà con ogni probabilità il 18 maggio, data che potrebbe segnare la riapertura delle strutture e la ripartenza effettiva. Su questo aspetto e su come la chiusura ha influito nelle attività dei circoli, abbiamo interpellato i responsabili delle associazioni di Sansepolcro e di Anghiari. Dalle loro parole emerge un quadro simile, sia delle difficoltà riscontrate durante lo stop, sia per la voglia di ricominciare, seppur nel pieno rispetto delle norme e senza chiaramente disputare tornei.
Per “Valtiberina Tennis & Sport” di Sansepolcro abbiamo parlato con Enrico Romano, che è uno dei soci fondatori. “Il tennis è una delle discipline meno pericolose per la diffusione del Coronavirus e mi aspettavo che con le dovute precauzioni si potesse ripartire già il 4 maggio. Così non è stato e, senza fare polemiche, siamo rimasti tutti un po’ delusi. Noi siamo comunque pronti per riaprire e per ricominciare le varie attività, nel rispetto delle linee guida che ci verranno fornite. La chiusura nel momento di emergenza è stata giusta, ma ha evidentemente provocato tante difficoltà ai centri sportivi che come noi non hanno avuto entrate ed hanno in ogni caso dovuto sostenere le spese. Il danno economico è enorme, anche perché il nostro circolo è a tutti gli effetti un’azienda con dipendenti che siamo stati costretti a lasciare a casa. Il Valtiberina Tennis & Sport conta circa 300 soci, più le varie squadre che partecipano ai campionati e i giocatori occasionali che nelle nostre strutture giocano a tennis, beach volley e beach tennis. Mancate entrate e costi da sostenere, ma soprattutto il non poter praticare quegli sport che tanto amiamo. In questo periodo i nostri tesserati ci hanno chiesto ogni giorno informazioni su quando e come si ripartirà perché tutti hanno tantissima voglia di ricominciare a giocare. Il guanto da indossare nella mano non dominante? Faremo di tutto per rispettare le linee guida come tenere il guanto, sanificare gli ambienti, igienizzare le panchine, cambiare il grip della racchetta ed ovviamente non potremo utilizzare almeno in questa prima fase gli spogliatoi, ma la cosa che più conta è ripartire anche se gradualmente, perché il tennis è una passione e ci manca ogni giorno di più”.
Per il Circolo Tennis Sansepolcro abbiamo interpellato il presidente Sebastian Duhalde. “Abbiamo sperato che il tennis potesse essere tra i primi sport a ripartire, con tutti gli accorgimenti del caso e con il rispetto di quel senso civico che anima ogni sportivo. Un po’ di delusione c’è e non posso negarlo. Lo stop pesa tanto a livello economico perché come gli altri circoli abbiamo spese, mancati guadagni e maestri che non possono dare lezioni e che quindi sono a casa. L’aspetto che mi rammarica di più è però quello sportivo dato che per tutto questo tempo i nostri atleti non hanno potuto fare quello che più amano. Noi abbiamo 148 tesserati, dalla scuola tennis di avviamento per bambini di 4 anni fino agli agonisti che formano le squadre delle varie categorie. Per esempio dopo aver conquistato la promozione nella passata stagione dalla Serie D2 alla D1 avremmo puntato alla promozione in Serie C, ma campionati e tornei sono saltati e non sappiamo quando riprenderanno. Le varie misure per la ripresa? È chiaro che come nella vita di tutti i giorni, anche nel tennis ci sarà un pre e un post Coronavirus con norme da rispettare e comportamenti più accorti. Seguiremo tutte le regole e ci adatteremo mettendo i tennisti nelle condizioni di massima sicurezza. Chiaro che gli spogliatoi non potranno essere utilizzati, che sanificheremo tutto e che se dovremo mettere il guanto nella mano non dominante lo faremo. Questo giusto per fare degli esempi. La cosa più importante è ripartire, perché sport significa benessere e ne sentiamo la mancanza, sia livello fisico che mentale. Abbiamo entusiasmo e voglia di veder ripartire le attività del Circolo e anche da parte dei nostri tesserati c’è tanta attesa. Fondamentale che da parte di tutti noi, responsabili ed atleti, ci sia il massimo rispetto per le regole ministeriali e federali perché se vogliamo ripartire con i giusti criteri dobbiamo remare dalla stessa parte con senso civico e con correttezza, così come lo sport ci insegna”.
Per il Tennis Club Anghiari abbiamo raccolto le considerazioni del direttore sportivo e vicepresidente Paolo Rossi, da sempre in prima linea nel tennis del territorio. “Visti i risultati degli studi fatti sulla pericolosità del Coronavirus nel nostro sport sarebbe giusto ripartire presto e far rigiocare a tennis tutti gli appassionati. Mi aspettavo che si potesse ricominciare già il 4 maggio e ora spero che la data effettiva sia il 18, così come è stato ipotizzato. Noi faremo tutto ciò che ci verrà indicato per garantire la sicurezza dei giocatori, seguendo il protocollo relativo. Dovremo rimboccarci le maniche ed avere pazienza perché la ripresa sarà graduale e serviranno delle attenzioni particolari: ad esempio arrivare agli impianti con la mascherina, non utilizzare gli spogliatoi, sanificare i campi, utilizzare se sarà richiesto il guanto per la mano non dominante e cambiare le palline. Evidente che in questo percorso servirà la collaborazione di tutti. Noi abbiamo utilizzato per l’ultima volta il campo coperto l’8 marzo e poi bloccato tutte le attività sportive comprese le partecipazioni a tornei, il progetto con le scuole e l’organizzazione degli eventi che avevamo programmato. Questo con tutti i disagi del caso dato che abbiamo comunque dovuto sostenere le spese, senza poter contare sulle entrate e senza poter effettuare la manutenzione degli impianti. Al momento della ripartenza ci faremo comunque trovare pronti e proveremo a tornare, con i giusti comportamenti e grande senso di responsabilità, ad accogliere i nostri tesserati e gli appassionati del territorio. Il tennis ci manca e mi auguro che l’attesa stia finalmente terminando”.