L’atteso libro di Fabio Cofferati arriva proprio in un momento storico dove le vicende che coinvolgono il continente eurasiatico sono al centro dell’attenzione. Il lungo racconto di viaggio (un viaggio di cui avevamo parlato qui) si sviluppa in gran parte lungo le strade della Russia, con incontri con persone che mostrano il lato umano del Paese più vasto del mondo, superando molti degli stereotipi che accompagnano l’Europa orientale e lo spazio post sovietico. L’istrionico vespista si misura per la prima volta con un mondo a lui finora sconosciuto ed è davvero emozionante leggere le sue fatiche ed impressioni catapultate nella quotidianità di una scommessa folle e allo stesso modo quasi impossibile da realizzare.
Il testo brilla di aneddoti e valorizzazione di persone, anche sconosciute, che improvvisamente riescono a diventare protagonisti di storie nella storia. Tra questi i tanti vespisti europei e russi, il siberiano Andrej, il mozzo del traghetto verso Sachalin, l’uomo uscito incolume da un atterraggio di emergenza con un piccolo aereo fino al personale della mensa ferroviaria del villaggio siberiano di Erofej Pavlovič. Più volte citato nel libro e degno di una nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista l’italiano, nato in Germania ma con passaporto australiano, Domenico Raguseo che, alimentandosi di sole merendine per bambini e conferendo in inglese con persone che parlano solo russo, ha risolto brillantemente ogni problema burocratico con capacità di improvvisazione fatta di risvolti geniali.
Stesso discorso per i luoghi che improvvisamente da puntini su carte geografiche diventano contesti vivi e dinamici nei quali si svolgono vicende a volte anche surreali che spingono il viaggiatore ad immergersi in una dimensione sempre più lontana dalle dinamiche della vita quotidiana a cui siamo abituati in Italia. Nuovi mondi che contribuiscono ad alimentare le riflessioni profonde dell’autore che nelle pagine del libro prendono vita e trasformano certezze in nuove domande.
Riavvolgiamo il nastro fino al 1964, l’anno in cui a Tokyo si svolsero i XVIII Giochi Olimpici estivi. Il motociclista e giornalista Roberto Patrignani fu autore di un viaggio destinato ad entrare nella storia e non solo in quella delle imprese vespistiche. Partendo dalla Torre Piaggio di Milano raggiunse il Giappone a bordo di una Vespa lungo un percorso oggi impensabile per una serie di problemi geopolitici. Patrignani attraversò Jugoslavia, Grecia, Turchia, Libano, Giordania Siria, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Thailandia, Malesia, Hong Kong per arrivare in Giappone per via aerea.
Cofferati, grande appassionato del mondo del vespismo, si imbatte nel libro di Patrignani e l’occasione delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 diviene fonte di ispirazione per rendere omaggio al giornalista attraverso la ripetizione di quella avventura. Come dimostra la lunga e complessa organizzazione del viaggio della scorsa estate, il mondo era più facilmente permeabile a scommesse del genere nel passato che nel presente. Questo nonostante strade, comfort e tecnologie del XXI secolo non fossero presenti nel 1964. Un ruolo significativo l’ha senz’altro giocato la pandemia di Covid-19 che ha visto sia i Giochi Olimpici che il viaggio slittare di un anno. Covid ha significato anche difficoltà a procurarsi visti e complicazioni quasi insormontabili ad attraversare confini.
Tutto ciò non ha scoraggiato Fabio che testardamente ha prima allestito una vecchia Vespa del 1963 e poi ha messo in moto una macchina organizzativa che gli ha permesso di tentare l’avventura, senza alcuna sicurezza di poter riuscire ad ottenere il risultato auspicato. Essendo impossibile solcare le stesse strade di Patrignani, Cofferati ha scelto come punto di partenza e arrivo gli stessi luoghi di Milano e Tokyo del 1964, mentre il percorso invece di attraversare Medio Oriente e Asia meridionale si è spostato in Est Europa e Russia.
Il resto della storia è nelle 354 pagine e oltre cento fotografie del libro, a cui si possono aggiungere i tanti contributi multimediali rintracciabili in giro per la rete internet e nei principali social network. “Ancora in Vespa da Milano a Tokyo”, edito da NFC, ha già ottenuto un significativo successo editoriale nella prevendita iniziata lo scorso Natale e siamo sicuri che diventerà un libro di viaggio destinato avere successo sulle stesse orme di quelli di Giorgio Bettinelli e dei tanti vespisti ancora in attività che non hanno mancato di aiutare Fabio in questa scommessa vinta.
Infine, forse una delle cose più belle di questo libro è la possibilità che viene data a chiunque, attraverso precise informazioni meccaniche, geografiche e burocratiche, di intraprendere avventure simili. E per chi chiede come si possano lasciare lavoro e famiglia per mesi ed intraprendere un viaggio del genere c’è la risposta: volontà, organizzazione e programmazione. Se scoprire il mondo a bordo di una Vespa o in qualsiasi altro modo diventa una priorità, il resto viene da solo!