Dopo oltre due anni riapre al pubblico il museo degli Ex Seccatoi del Tabacco a Città di Castello, seconda sede espositiva dedicata al maestro tifernate Alberto Burri inaugurata per la prima volta nel 1990. Sono terminati i numerosi lavori di restauro e riqualificazione delle sale che ospitano i capolavori del maestro: gli undici seccatoi sono stati sottoposti ad una vasta opera di bonifica rivolta al piano rialzato e seminterrato in cui è stato realizzato un sistema di drenaggi e canalizzazioni che hanno portato alla stabilizzazione del livello della falda acquifera.
Gli interventi hanno anche interessato la parte superiore dell’edificio con la realizzazione di un nuovo solaio con intercapedine areata. Particolare attenzione è stata rivolta agli impianti di climatizzazione ed illuminazione mediante l’installazione di luci led volte a favorire la restituzione all’occhio umano delle giuste cromie delle opere. L’intero museo, infine, è stato cablato con rete wi-fi e fibra ottica e sono state installate telecamere e impianti audio altamente tecnologici.
I vari interventi di riqualificazione sono stati presentati questa mattina in occasione della conferenza stampa a cui hanno preso parte il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, il presidente della Fondazione Burri Bruno Corà e l’architetto Tiziano Sarteanesi, coordinatore del progetto. “Da oggi abbiamo una nuova sede museale completamente a norma, sulla base degli standard nazionali”, ha dichiarato il presidente Corà. “La tutela delle opere del maestro Burri è fondamentale, siamo già impegnati nell’organizzazione delle future attività, questa nuova sede ci permette di intrattenere rapporti con le massime autorità internazionali. In tutto il mondo sono pochissimi i musei dedicati ad un unico artista che possono vantare questa dimensione e questa qualità, per noi oggi è una giornata emozionante. Abbiamo un patrimonio culturale importantissimo che tutto il mondo ci invidia”.
Il complesso industriale, oggi sede espositiva, dagli anni Cinquanta del ‘900 fu impiegato per l’essicazione del tabacco tropicale, attività proseguita fino agli anni Settanta. Nel 1978 uno degli undici seccatoi fu concesso in forma gratuita ad Alberto Burri che ne fece un atelier, aperto al pubblico e alla critica per la prima volta nel 1979 in occasione della presentazione del ciclo pittorico denominato “Il Viaggio”. Nel 1989 l’intero edificio fu acquistato dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri per espressa volontà del maestro.
Negli anni la fama del maestro Burri ha portato Città di Castello in giro per il mondo: le sue opere sono esposte nei più grandi musei internazionali e rappresentano un vanto per l’intera cittadinanza. Come ricorda il sindaco Secondi: “Da sempre Burri rappresenta per la nostra città un canale importante di apertura verso una dimensione internazionale. Le sue opere e tutto ciò che ruota attorno alla sua arte sono per Città di Castello un fattore di promozione culturale che ha una ricaduta positiva su molti settori, soprattutto quello economico. Colgo l’occasione per fare un plauso alla Fondazione che si è avvalsa prevalentemente di imprese e maestranze locali per portare avanti i tanti interventi di riqualificazione a cui è stato sottoposto l’intero stabile. Questa è una cosa non scontata e, soprattutto, un’attenzione importante vero la comunità”.