Con il titolo iridato piloti e copiloti assegnato dopo il rally di Monte Carlo, l’ultima tappa del campionato del mondo dedicato ai veicoli ad energie alternative poteva sembrare priva di interessi sportivi. In realtà c’era ancora da assegnare il titolo costruttori, e la lotta per il podio mondiale coinvolgeva ben otto piloti. Nonostante ciò le vere protagoniste assolute della gara sono state le Dolomiti, dal 2009 Patrimonio dell’Umanità proclamato dall’Unesco, che assieme ad un meteo decisamente poco stabile hanno contribuito a rendere vivace la gara.
Fiera di Primiero
Fiera è stata la base dell’evento da dove sono partite e arrivate tutte le tappe. Fino al 2015 era il secondo comune più piccolo d’Italia, poi si è unita ad altre tre realtà confinanti dando vita al nuovo comune di Primiero-San Martino di Castrozza, passando da meno di 500 abitanti ad oltre cinquemila residenti, molti di più durante la stagione turistica invernale o estiva. Da comune più piccolo del Trentino con 0,150 km quadrati è diventato il più grande con oltre 200 km. Nonostante fosse il più piccolo fra i comuni che si sono uniti, Fiera è rimasta la sede comunale anche in virtù del suo storico ruolo di capitale economica della valle. Molto vivace fin dal XIV secolo a causa dello sfruttamento delle miniere di argento, rame e ferro, a ricordo di questa attività oggi è possibile visitare l’importante esposizione del Palazzo delle Miniere. Proprio per ospitare i minatori arrivati dalle altre terre dell’impero austriaco nacque il primo nucleo di Fiera, che prese il nome dal mercato che veniva allestito proprio dove oggi sorge il paese, alla confluenza dei due torrenti Cismon e Canali, che scendono dalle valli di Passo Rolle e Passo Cereda. Chiuse le miniere, tutto il comprensorio attorno a Fiera è diventato un luogo dove la principale attività è il turismo.
A due passi dal cielo
Soggiornando nella valle di Primiero è possibile dedicarsi a numerosi sport immergendosi nella natura. Le strade si inerpicano verso passi alpini dove sia le pendenze che i panorami si fanno interessanti. Arrivando da Feltre o Bassano del Grappa la strada principale tocca gli oltre 700 metri di Fiera di Primiero per poi salire fino alla nota località sciistica, attiva da quasi un secolo e mezzo, di San Martino di Castrozza, che si sviluppa al di sotto e al di sopra dei 1500 metri. Nelle giornate di bel tempo – e noi ne abbiamo avuto solo per poche ore – il panorama che si gode da San Martino sulle montagne circostanti è sicuramente uno dei più notevoli delle Dolomiti. Degno della stessa considerazione è quello che si ammira da ancora più in alto, dai quasi duemila metri del Passo Rolle, che collega la valle di Primiero con quella di Fiemme, dove la vista può spaziare sia a sud che a nord. La zona, sotto bandiera austriaca fino alla Prima guerra mondiale, è stata teatro di numerosi scontri e ancora oggi sono visitabili trincee e memoriali dedicati al sacrificio di migliaia di soldati di entrambe le parti. Dal Rolle passano anche gli oltre mille chilometri di piste da sci del Dolomiti Superski. Escursione facile per tutti – neppure tre chilometri lungo una strada carrabile o ancora meno sul sentiero – è quella che porta alla Baita Segantini, trecento metri più alta del Passo Rolle e balcone sulle Pale di San Martino, uno dei complessi dolomitici più famosi.
Sellaronda
Probabilmente è l’itinerario ciclistico, automobilistico e sciistico più famoso delle Dolomiti. Durante la tappa centrale del Rally ne abbiamo percorsi i tre quarti, lasciando incompiuta solo la salita al Passo Pordoi: arrivati dalla Val di Fiemme, abbia percorso Sella, Gardena e Campolongo portandoci per due volte ben sopra i duemila metri. L’anello del Sellaronda gira attorno al Gruppo del Sella e permette di ammirare panorami notevoli anche in giornate con il meteo poco favorevole grazie alla vicinanza delle strade alle montagne. Coloro che sono potuti salire sul quasi altopiano del Sass Pordoi, con la funivia o percorrendo il sentiero, hanno visitato la celebre Terrazza sulle Dolomiti che da sola vale un viaggio in Italia. Il nostro itinerario di gara ha escluso la proibitiva salita, dal versante veneto, del Passo Fedaia che ha fatto la storia del ciclismo. Sarebbe stata una durissima prova per delle auto elettriche, ma potrà essere presa in considerazione per gare future. Il Fedaia collega il Veneto al Trentino e permette di avvicinarsi alla Marmolada e al suo omonimo ghiacciaio, rispettivamente montagna più alta e ghiacciaio perenne più vasto delle Dolomiti.
Tra Trentino-Alto Adige e Veneto
La settimana dedicata a ricognizione del percorso e gara ci ha visto più volte passare dalle due provincie autonome di Trento e Bolzano al Veneto, più esattamente nella provincia di Belluno. Se non fossero presenti i cartelli che avvisano del cambio di territorio, l’ingresso in Veneto sarebbe sempre percepibile per l’evidente differenza nella qualità del fondo stradale e della segnaletica orizzontale. Non stupisce che sia in atto da due decenni un forte tentativo, culminato con referendum, di numerosi comuni veneti per passare dal bellunese al Trentino o all’Alto Adige. Del resto le risorse economiche a disposizione delle provincie autonome sono molto maggiori di quelle delle regioni a statuto ordinario. Gli oltre duemila metri del Passo Valles ci hanno visto più volte effettuare ricognizioni notturne in compagnia di una notevole quantità di fauna alpina ferma lungo la strada, approfittando di un traffico quasi inesistente. Alla vigilia dell’ultimo giorno di gara per poco non veniamo bloccati dalla neve in uno dei lunghi rettilinei che ne caratterizza ascesa e discesa. Tutto questo in piena notte salendo dal versante veneto. Scendendo dal Valles verso l’Agordino uno dei primi paesi che si incontra è Canale d’Agordo, che fino al 1964 si chiamava Forno di Canale. Oltre che essere una delle zone d’Italia dove si parla anche in ladino, la piccola cittadina con circa mille abitanti ha dato i natali ad Albino Luciani, pontefice per 33 giorni con il nome di Giovanni Paolo I. Non stupisce che il paese sia gemellato con Wadowice, la città polacca dove è nato il suo successore Karol Wojtyla. Pochi chilometri a valle la gara ci riporta verso Fiera di Primiero attraverso il Passo Cereda, uno dei meno alti tra quelli affrontati e utile per tornare al luogo di partenza e arrivo di ogni tappa.
Gara ricca di potenzialità su cui lavorare
Le precedenti sette gare del mondiale 2021 erano tutti eventi non alla prima edizione in un campionato FIA. In parte vale anche per l’EcoDolomitesGT, dato che nello stesso territorio ci fu una prima gara nel 2015 e una valida solo per il campionato italiano nel 2019. In realtà la gara di quest’anno è stata la prima con una vasta partecipazione internazionale e con numerosi equipaggi in grado di valutare ed equiparare la gara italiana con le altre a cui hanno partecipato in precedenza. C’è ancora strada da fare e delle cose potranno andare a posto con il tempo e con la capacità di ascolto tra organizzatori e concorrenti. Le potenzialità di una gara in un territorio naturalisticamente importante e fatto di continue salite e discese rappresenta un terreno molto interessante per gli addetti ai lavori. Anche la necessità di utilizzare solo pneumatici invernali ha contribuito a stravolgere in parte i dati sui consumi acquisiti nelle precedenti gare. Alla prossima edizione della gara italiana manca un anno e ci auguriamo che con la collaborazione di tutti l’evento 2022, già programmato per la metà di novembre e quindi ancora una volta come chiusura del campionato iridato, possa diventare allo stesso livello delle altre gare storiche del campionato dedicato alle energie alternative.