Si aprirà venerdì 20 agosto il 54° Festival delle Nazioni con l’attesissimo concerto del famoso cantautore e compositore Raphael Gualazzi. Nella cornice di Piazza delle Tabacchine, area da poco riqualificata, il musicista si esibirà in trio con Gianluca Nanni alla batteria e Roberto Bartoli al contrabbasso, proponendo un viaggio sonoro fra diversi stili e generi musicali. Il tributo alla cultura della Norvegia, paese per la prima volta ospite della manifestazione tifernate, sarà il filo conduttore di tutti gli eventi, sia i principali che i numerosi collaterali. A proposito della ricca programmazione, il direttore artistico Aldo Sisillo spiega che “quest’anno il focus sarà sulla Norvegia, ma recupereremo anche alcuni concerti dello scorso anno dedicati alla Russia”.
“Ci saranno anche alcuni progetti speciali che vanno al di là del paese ospite che prendono spunto da ricorrenze particolari. L’apertura sarà affidata a Raphael Gualazzi. Andranno in scena, poi, alcuni progetti con brani commissionati direttamente dal Festival come Norvegia, spazi dell’anima con Caterina Casini e musiche di Michele Mandrelli, performer di Città di Castello che produce suoni utilizzando nuove tecnologie. Per rimanere sulle produzioni nuove, abbiamo commissionato uno spettacolo dedicato ai settecento anni dalla morte di Dante che vede protagonista l’attore Ivano Marescotti con musiche originali di Daniele Furlati. L’Ensemble Sensus, invece, ricorderà l’anniversario della morte di Raffaello con uno spettacolo di musiche rinascimentali”.
Obiettivo puntato alla valorizzazione delle tradizioni del paese scandinavo che verranno recuperate e presentate al pubblico grazie al suono di antichissimi strumenti ormai quasi dimenticati. In merito a ciò, il maestro Sisillo dichiara che “ci sarà un concerto di Karl Seglem, produttore e compositore norvegese nonché il più grande conoscitore di bukkehorn, antico strumento musicale ricavato dal corno di caprone. L’esibizione di Seglem sarà accompagnata dal suono delle percussioni e di antichi violini tradizionali, hardingfele, caratterizzati dalle quattro corde classiche più altre corde che suonano per simpatia con le vibrazioni di quelle principali. Per noi è molto importante valorizzare le antiche tradizioni scandinave, cercando di dare risalto a particolari strumenti ormai in disuso, ma che hanno caratterizzato per secoli la storia musicale di quel paese”.
Accanto alla programmazione istituzionale un ricco calendario di eventi collaterali che toccheranno l’arte nella sua totalità, dalla pittura alla musica, dalla letteratura al teatro passando per la danza. Da sempre il Festival delle Nazioni punta alla valorizzazione di storia e cultura dei paesi ospitanti, promuovendo concerti e spettacoli pensati per far conoscere al pubblico tradizioni e usi spesso sconosciuti, e l’autenticità di popoli e paesi lontani. “È importante che un festival come il nostro, che ha lo scopo di far conoscere le culture degli altri paesi, venga portato avanti, soprattutto in un momento come questo”, dichiara Sisillo. “La pandemia ha reso difficile, spesso impossibile, vivere gli eventi dal vivo e questo ha complicato la comunicazione. Lo streaming è stato molto usato e valorizzato, ma è fondamentale tornare ad ascoltare la musica in presenza per vivere quelle emozioni che solo un concerto dal vivo può far provare”.