Il collettivo 42stems nasce dal desiderio di Emanuele Frusi di dare un nome e un’identità ad un gruppo di persone accomunate dalla stessa passione, quella per la musica applicata. Insieme a Giacomo, Luca e Michele, compagni di lavoro da ormai diversi anni, ha dato vita ad un’importante realtà locale specializzata nella composizione di colonne sonore per cinema, tv e videogames con collaborazioni in Europa, Asia e America. La carriera di Emanuele inizia nel 2013 quando comincia a collaborare con uno fra i più importanti studi di Pechino. Dopo vari trasferimenti in giro per il mondo nel 2018 rientra in Italia per un’importante proposta di lavoro, decidendo così di tornare definitivamente nella sua terra d’origine e continuare, proprio qui, a produrre musica.
Emanuele, raccontaci come è iniziata la tua carriera nel mondo della produzione musicale
Il mio percorso è partito dalla Cina. Inizialmente lavoravo come fonico dal vivo, ho avuto poi la fortuna di conoscere un ragazzo di Shanghai che faceva pubblicità e che mi ha proposto di produrre musiche dedicate a questo settore. È iniziata, così, un’importante collaborazione che mi ha portato nel 2016 a trasferirmi in Cina. Nel frattempo, ho lavorato per alcuni film canadesi spostandomi verso l’America e nel 2018, mentre ero a Los Angeles, sono stato contattato da Roma per produrre le musiche del film A Tor Bella Monaca non piove mai, regia di Marco Bocci. Ho preso il primo aereo disponibile e sono tornato in Italia. 5 anni fa ho deciso di dedicarmi completamente alla produzione musicale per cinema e televisione, mantenendo una grossa compagine di lavoro in Asia.
Da chi è composto il collettivo 42stems?
I fondatori del collettivo sono quattro, tutti originari della Valtiberina. Io e Michele Pazzaglia siamo di Città di Castello, Luca Giovagnoli è di Sansepolcro mentre Giacomo Calli è di Anghiari. A loro si è aggiunta subito dopo Lucrezia Gabrieli, performer e addetta alla comunicazione e altre splendide persone come Niccolò Neri e Michele Mandrelli, anche loro artisti della zona che sempre più spesso ci aiutano nei nostri lavori. La produzione dei nostri progetti avviene qua in Valtiberina e questo ci rende orgogliosi perché questa è una terra meravigliosa. Ci occupiamo della produzione di musica per media, film, televisione e videogiochi. Lavoriamo principalmente per il cinema e ci occupiamo dell’intero processo produttivo della musica: creazione, pre e post produzione. Inoltre, mi occupo dei rapporti con le produzioni e registi: questo ci permette di entrare in contatto direttamente con chi produce e ci da la possibilità di parlare direttamente con chi mette in piedi i progetti, avere più margine di libertà e comprendere le loro esigenze.
Qual è stato il progetto più bello a cui avete lavorato?
A livello di cartellone sicuramente Calibro 9, un film con molto seguito essendo la seconda parte di un film molto importante degli anni ’70, si porta dietro un grande prestigio. A livello emotivo, però, posso dire A Tor Bella Monaca non piove mai, è stato il mio primo film italiano.
Qual è l’aspetto più difficile da affrontare in questo lavoro?
Credo che la difficoltà più grande sia puramente produttiva, cioè creare la musica giusta per quel determinato film. Ogni volta la sfida è cercare di non ripetersi e costruire la colonna sonora adeguata. Bisogna sempre creare un linguaggio che sia giusto per l’intera filiera produttiva, tutto quello che si scrive deve essere approvato da montatore, regista e produzione. Ad oggi, devo dire che abbiamo lavorato con persone stupende con cui il dialogo è sempre stato chiaro ed efficace. Spero continuerà in questo modo.
Da dove nasce questa passione?
Ho sempre avuto la passione per il cinema e per tutto quello che era audiovisivo. In particolare, le musiche mi hanno sempre affascinato molto. La prima produzione è avvenuta per caso, è stato un esperimento, andato poi a buon fine. Con il tempo, iniziando anche a lavorare all’estero, mi sono accorto che scrivere musica per delle immagini mi veniva molto naturale, ho iniziato a provarci seriamente fino a che qualcuno non ha iniziato ad apprezzare il mio lavoro. Ogni volta che nei titoli di coda dei vari film vediamo i nostri nomi proviamo sempre un’emozione di misto gioia-terrore, gioia perché ci rendiamo conto che quella è una nostra creazione, paura perché temiamo sempre che il pubblico non apprezzi.
Sogni nel cassetto?
Credo che il mio sogno collimi con quello degli Stems, cioè diventare noi stessi produzione nel più breve tempo possibile. Abbiamo tutti voglia di creare qualcosa che sia nostro. I progetti per il futuro sono tanti, abbiamo già un bel calendario e di questo sono veramente felice. Se all’interno di questa programmazione riusciamo ad inserirci un primo prodotto nostro sarà un momento magico, il coronamento di un sogno.