Quando nel 2007 arrivò in radio il brano La Sposa fu per noi dj e per molti ascoltatori una piacevole sorpresa. Il tema che trattava con ironia, non nuovo, vedi Bocca di Rosa di De Andrè, era però privo della vena polemica della canzone di Faber, c’era invece divertimento unito ad un senso di preoccupazione espresso fin dalle prime strofe “Ragazzi c’è un problema, ma è un problema mio…”. Si avvertiva l’eco delle storie di paese, di una piccola comunità allegramente sconvolta da un arrivo tanto inaspettato quanto gradito. Il brano denotava uno stile di scrittura musicale maturo e ben definito Il pezzo era stato un successo tale che era passato anche in Radiorai oltre che nei maggiori network radiofonici nazionali. È stata la mia curiosità di sapere di più della band che aveva realizzato quel brano che mi ha fatto incontrare il cantante e front man del gruppo, Stefano Bucci, il quale mi ha raccontato la storia dei GTO.
Inizio a suon di punk
Innanzitutto ho scoperto che il brano in questione apparteneva al terzo album della band che già nel 2007 aveva alle spalle quasi quindici anni di attività e la storia dei musicisti che compongono il gruppo era iniziata molto tempo prima. “Io e gli altri componenti dei GTO” mi dice Stefano “tutti provenienti dallo stesso posto; San Leo Bastia, abbiamo iniziato a suonare verso la fine degli anni 70, quando, con l’avvento del Punk Rock, anche noi che strimpellavamo abbiamo capito che potevamo fare un certo tipo di musica; prima di allora con il progressive che comportava conoscenze di musica colta e richiedeva gente preparata, per chi come noi era alle prime armi, non c’erano possibilità di riuscire a suonare” Oltre Stefano, cantante del gruppo, gli altri componenti sono Romano Novelli, chitarra, Luigi Bastianoni fisarmonica e chitarra, Alessandro Bucci batteria, Piero Passeri basso. Tutti più o meno coetanei tranne Luigi, il fisarmonicista un po’ più giovane degli altri, tutti amici d’infanzia “Un sogno che ci portiamo dietro da sempre” afferma Stefano, che racconta così la parabola del gruppo “All’inizio, ai tempi del punk ci chiamavamo Cabriolets, poi negli anni 80 siamo diventati Cab 04 e suonavamo il rock come andava di moda a quei tempi Quindi nel 1993, passati i vent’anni, il periodo della ribellione, andando verso i trenta, abbiamo iniziato a riscoprire le nostre radici, che in precedenza, concentrati sulla musica americana non avevamo preso in considerazione e questa riscoperta di sonorità nostre ci ha portato ad inserire la fisarmonica nella formazione cercando di fondere quella cultura musicale che praticavamo da giovani con quella che è la nostra tradizione ed è così che sono nati i GTO. Abbiamo scelto questo nome” continua Stefano “perché come le auto gran turismo omologate, noi suonatori di strada, ad un certo punto, forse un po’ immodestamente, ci siamo sentiti in grado di metterci in pista forti di aver trovato un nostro modo originale di espressione”
Le storie che raccontano traggono in genere spunto da momenti di vita della loro (la nostra) zona, basta ascoltare brani come Veglione o Festa Popolare, piuttosto che da ricordi personali, come ad esempio in Lumediluna o ne I Re della Riviera, nei quali chi li ascolta dal vivo, o sui vari supporti audio o video può identificarsi perché raccontano situazioni vissute da tutti, testi, spesso venati di allegra, disincantata ironia, che si sposano perfettamente con arrangiamenti nei quali convivono elementi di cultura musicale locale con l’energia del rock. Tutto questo crea una particolare empatia con il loro pubblico che durante le loro esibizioni non può fare a meno di muoversi assecondando i ritmi coinvolgenti della band.
Tempo di incidere
A proposito delle loro composizioni “Sono io l’autore dei testi” mi dice Stefano, “mentre la musica è di Romano, il chitarrista ma gli spunti vengono fuori durante gli incontri, anche informali, che facciamo con gli altri componenti del gruppo. Fin dai nostri esordi abbiamo puntato a scrivere e proporre canzoni nostre” continua il cantante “Dal vivo eseguiamo anche qualche cover ma abbiamo sempre puntato a scrivere canzoni perché alla lunga è questo che ti dà soddisfazione. Creare qualcosa di tuo, che viene apprezzato e funziona, è la spinta che ci ha messo addosso l’entusiasmo per continuare la nostra attività a tutt’oggi. La nostra prima canzone Onde, un brano più pop che folk, ha iniziato da subito ad avere una certa risonanza tant’è vero che ce la chiedono ancora oggi durante i nostri concerti”.
A proposito di concerti il primo importante dei GTO li ha visti a Rockin’Umbria chiudere l’esibizione del compianto Willy DeVille, quasi un viatico, visto che l’artista americano aveva esordito al CBGB di New York, il locale dove era nato il punk, nello stesso anno in cui i componenti della band avevano intrapreso la loro attività, suonando lo stesso genere. Nel 1998 vincono Arezzo Wave nella sezione gruppi emergenti e la loro canzone, Fiori nel Fiume, viene inserita nella compilation della manifestazione; questa partecipazione li porta ad esibirsi in una lunga serie di situazioni sia acustiche che elettriche fino a quando nel 2000 incidono il loro primo disco: The Best Of, registrato al Sound Studio Service di Città di Castello. Se è vero che ogni sviluppo è frutto di incontri e confronti, quello dei cinque musicisti con Albero Brizzi e Marco Capaccioni ha rappresentato un vero e proprio salto di qualità per i GTO. “Sono stati dei maestri per noi” afferma Stefano “abbiamo registrato da loro i nostri primi quattro album e nonostante avessimo realizzato qualche disco negli anni 80 ai tempi di quando ci chiamavamo Cap 04, solo con l’esperienza fatta con loro abbiamo capito come si lavora in studio” Citiamo i titoli di questi quattro album: oltre al già ricordato The Best Of sono usciti, a cura del Sound Studio Service, GTOClub nel 2002, GTOSpecial nel 2007 e Mondial nel 2010. “Il successivo, Little Italy del 2013” ci informa Stefano “ lo abbiamo registrato per la produzione di Leonardo “Fresco” Beccafichi, collaboratore di Jovanotti; è una prova più cantautorale rispetto alle nostre precedenti perché ci interessava esplorare nuovi contesti nei quali inserire le nostre sonorità”. Infine nel 2018 esce Super, il loro sesto album (finora) completamente autoprodotto. “Un nostro amico ha uno studio di registrazione a 4 chilometri da San Leo Bastia” racconta Bucci ”così, con il nostro fonico, Romano Sabbioni, che si era precedentemente fatta una discreta esperienza in studio, abbiamo provato e registrato lì i nostri brani, insomma abbiamo fatto tutto da soli. A proposito dei nostri collaboratori mi preme di citare oltre a Romano, anche Alessandro Simeone e Giorgio Cozzari che ci seguono e ci supportano fin dal nostro primo concerto nel 1993”
Arrivano i video
Parlando di incontri decisivi è del 2008 quello con la White Rose Pictures di Lorenzo Lombardi per la realizzazione del loro primo video che non poteva essere altro che La Sposa, loro successo dell’anno precedente. A proposito di questa loro prima prova Stefano mi rende noto che tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione sono di San Leo Bastia, alcuni di loro esercitanti dal vero il mestiere citato nella canzone. “E San Leo Bastia conta circa 500 abitanti” tiene a sottolineare il cantante, come dire che l’intera comunità si è mobilitata per questa dimostrazione di appartenenza.
La collaborazione con Lorenzo Lombardi si sarebbe rinnovata l’anno successivo quando lo stesso regista li avrebbe chiamati per comporre ed eseguire pezzi per la colonna sonora del suo primo film In The Market, per il quale Stefano e soci avrebbero realizzato, fra gli altri, il brano omonimo, il loro primo in inglese (per inciso Stefano Bucci è insegnante d’inglese al liceo classico di Cortona) La collaborazione con la White Rose porterà nel tempo i GTO alla realizzazione di altri sei videoclip, poi dal 2018 saranno gli stessi musicisti a produrre in proprio, oltre le incisioni, anche i video dei loro brani.
A zonzo fra l’Italia e l’Europa
Innumerevoli sono state le loro esibizioni dal vivo; oltre a quelle già citate ne ricordiamo alcune fra le più significative come il tour in Inghilterra sponsorizzato da una birreria anglosassone o come l’esibizione in pieno inverno al Franz Club di Berlino con la gioventù del posto che si agitava allegramente al ritmo della band senza comprendere una parola dei testi cantati. La Germania si è dimostrata terra di conquista per i GTO che hanno bissato quella data con la loro successiva partecipazione al Festival degli Artisti di Strada a Ludwigsburg con grande successo di pubblico e critica . Ancor prima nel 2005 due loro brani erano stati inseriti nella colonna sonora di un film per la tv tedesca. Ci sono state partecipazioni ad importanti manifestazioni nazionali quali il festival di Riofreddo in compagnia dei Modena City Ramblers e altre come band di supporto a Bandabaedò e Tonino Carotone. In una occasione nel 2010 ad Orvieto in occasione di Umbria Folk Festival, Stefano è rimasto deluso dal comportamento un po’ troppo da star inavvicinabile tenuto da Teresa de Sio, del cui concerto i GTO erano band d’apertura.
Per quel che riguarda star inavvicinabili il gruppo, in piena pandemia ha pensato bene di incidere un nuovo brano dedicandolo a quella che loro considerano la stella del cinema più luminosa fra quelle nate in loco: Monica Bellucci “Lei, ancor prima di diventare famosa era già una star anche solo quando si presentava al Clover” afferma Stefano “spero si capisca dal testo della canzone; aveva già il DNA da predestinata, abbiamo parlato di lei come inarrivabile, un nostro ricordo legato all’adolescenza” e prosegue “ L’idea è venuta fuori una sera parlando con gli altri: Ci siamo detti: perché non scrivere una canzone su questo argomento? Ed è nata così Monica”
Fra le curiosità del gruppo c’è sicuramente il loro mezzo di trasporto, un vecchio Fiat Ducato Panorama del 1987 dal colore come dicono loro “improbabile”e autentico succhia carburante, al quale sono molto affezionati al punto da intitolare Super il loro album del 2018 riferendosi al tipo di benzina che lo fa muovere e che li ha portati in ogni parte d’Italia e in qualche trasferta all’estero. Singolare (ma non sono stati gli unici ad dover affrontare qualcosa del genere) la situazione nella quale si sono trovati nel 1997 ad Assisi a proposito della quale Stefano ricorda: “Al Festival per la pace dovevamo suonare come gruppo spalla dei Matia Bazar, sennonché l’organizzatore ci chiama nel pomeriggio dicendoci che avremmo dovuto suonare non come spalla dei Matia Bazar ma al posto dei Matia Bazar, perché loro non si sarebbero presentati. Era per noi un problema dal momento che il pubblico si aspettava l’esibizione dei Matia Bazar, aggravato dal fatto che, mentre ci trovavamo nel back stage stava arrivando gente per farsi firmare autografi dai componenti del gruppo ligure. Noi facevamo finta di niente finché è arrivata una donna dicendoci: <<Voi siete i Matia Bazar? Non vi ho mai visto in televisione>>, Siamo stati al gioco e abbiamo affermato: <<Noi siamo i Matia Bazar senza la donna che canta>>. L’altarino è stato scoperto all’inizio del concerto quando il presentatore della serata ha annunciato il forfait dei Matia Bazar e al loro posto il concerto dei GTO. Fischi di disapprovazione, urla, proteste e alcune persone che se ne vanno. Noi saliamo sul palco in condizioni piuttosto difficili ma siamo riusciti ad eseguire i nostri brani con un crescendo di approvazione da parte del pubblico in gran parte rimasto in una piazza di Assisi piena e da quell’episodio abbiamo ricevuto la spinta per capire che in qualche modo la nostra musica, nonostante nessuno dei presenti la conoscesse, in qualche modo funzionava”
Prospettive future
Per quel che riguarda le prospettive della band: “In questo periodo di fermo” mi rivela Stefano “non ci siamo fermati, siamo comunque andati avanti scrivendo nuove canzoni, pur se non possiamo tenere serate dal vivo. Ovviamente adesso la prospettiva cambia perché mentre fino ad un paio d’anni fa quando avevamo abbastanza materiale, si pensava di realizzare un album, con il fatto che a breve non verranno più stampati CD, dovremo pubblicare un brano alla volta, tornando, con nuovi mezzi a quando si vendevano i vecchi 45 giri, naturalmente con diverso supporto, adeguato ai tempi, Se da quello che stiamo realizzando uscirà fuori un pezzo che funziona troveremo il modo di pubblicarlo, di farne un video e di promozionarlo. Se un brano funziona lo sentiamo subito suonandolo”
Nel 2018 i GTO hanno festeggiato i 25 anni di carriera e lo hanno voluto fare con un concerto al Free Revolution di S. Secondo al quale, come segno di riconoscenza hanno invitato tutti coloro che li hanno fatti crescere nel loro percorso: da Alberto Brizzi e marco Capaccioni , a Llorenzo Lombardi, da Leo “Fresco” Beccafichi a Cesare Bianconi che ha creato quasi tutte le copertine dei loro album e a tanti altri con i quali hanno condiviso un tratto della loro strada, un modo molto carino per rinsaldare quell’empatia che condividono con chiunque trovino sulla loro strada, pubblico o collaboratori.