Durante uno dei miei viaggi in Spagna a metà degli anni 80, desideroso di informarmi sulla musica pop di quel paese, entrai in un negozio di dischi e chiesi al commesso quali fossero i vinili più venduti in quel momento. Lui mi presentò un doppio album “Para La Ternura Siempre Hay Tiempo” di Victor Manuel e Ana Belén. Il nome di lei non mi era nuovo ma la conoscevo come attrice, come cantante mi era assolutamente sconosciuta, di lui non sapevo nulla. Mi fu spiegato che erano marito e moglie e che lui, Victor, era una specie di Claudio Baglioni spagnolo. Affermazione dovuta al fatto che in quel momento il cantautore romano impazzava non solo da noi con il suo “La Vita è Adesso”, ma assolutamente sbagliata se non per la celebrità di Victor in ambito spagnolo, in quel momento paragonabile a quella di Baglioni in Italia.
L’ascolto del disco con relativa difficoltosa traduzione dei testi (per fortuna riportati nelle note di copertina) e le indicazioni sulla casa discografica, la CBS, nonché il fatto che l’album fosse stato registrato a Londra con musicisti internazionali, mi fece capire lo spessore musicale e sociale della coppia. Ci sono brani come “Nada Sabe Tan Dulce Como Su Boca” che hanno un’atmosfera fumosa, romantica ricca di bassi e voci sensuali, e ci sono canzoni contro la guerra come “La Puerta De Alcalà” sotto le cui arcate è passata la storia della Spagna moderna e contemporanea. Anche durante la breve stagione della Seconda Repubblica la Puerta de Alcalá fu un luogo simbolico;: nel 1937 le autorità municipali repubblicane vi esposero tre grandi ritratti dei leader sovietici Litvinov, Stalin e Voroshilov, per celebrare i 20 anni dalla rivoluzione dell’ottobre 1917. Quando, due anni più tardi, furono le forze falangiste di Franco a prendere il sopravvento, ovviamente la Puerta de Alcalá fu il luogo dove “i tiranni si abbracciano come fratelli, esibendo al popolo le proprie indecenti pelate” come recita il testo del brano.
Penserete: facile incidere e cantare in Spagna un pezzo del genere a più di 10 anni dalla fine del regime franchista ma la storia di Victor Manuel e Ana Belen parla di una coppia che ha a lungo lottato per la libertà d’espressione ai tempi della dittatura,.pagandone le conseguenze in prima persona.
Victor Manuel
Nato nel 1947 nelle Asturie come Victor Manuel San Josè Sanchez da una famiglia di simpatie repubblicane (il nonno materno, Angel, fu fucilato ad Oviedo nel 1941 ben dopo la fine della guerra civile) dimostra fin da giovanissimo una forte vocazione musicale scrivendo a 12 anni la sua prima canzone e nel 1965 incide il suo primo disco con un paio di pezzi dedicati a Franco. In seguito sia il tema delle sue canzoni che la sua ideologia e la sua opinione sul dittatore avrebbero preso una direzione radicalmente opposta.
Nel 1968 la svolta musicale; con la canzone “El Cobarde” (Il Codardo) vince il Festival de Atlantico nelle isole Canarie ma le autorità locali, a causa del testo pacifista, la tolgono di classifica e lui riesce ad evitare l’arresto per un soffio. È con “El Abuelo Victor” canzone dedicata all’altro suo nonno e alla precaria condizione dei minatori delle Asturie dei quali il suo avo faceva parte, che arrivano sia il successo che i guai. Da quel momento in poi, a causa della censura, sarà costretto a riscrivere molte canzoni perché in alcune di esse rende esplicita la sua ideologia di sinistra. Durante una serie di spettacoli tenuti con Julio Iglesias conosce l’attrice Ana Belén che diventerà presto sua moglie. Per lei e per se stesso scrive “Ravos” una commedia musicale che viene bloccata dalla censura e che dovrà così debuttare a Città del Messico, ma il ministero della cultura spagnolo li accusa di oltraggio alla bandiera. Per tale ragione la coppia resta in esilio per qualche tempo in centro America. Rientrati entrambi in Spagna, Victor si dedica ad interpretare canzoni popolari della sua terra d’origine, le Asturie e prepara il debutto musicale della moglie Ana. Per tutto il periodo della dittatura è rimasto escluso dai programmi della televisione spagnola.
Una volta uscito di scena il dittatore e con lui il franchismo, Victor si sente libero di esprimere in musica le sue opinioni e il suo impegno politico. La sua attività sia musicale che come rappresentante del PCE diviene frenetica ma si scontra con le formazioni di estrema destra ancora molto forti nel paese in quel primo periodo, così, dopo aver ricevuto diverse lettere anonime e durante il soggiorno della coppia a Cuba, viene fatta esplodere una bomba nella loro casa di Torrelodones. I suoi album del periodo sono fortemente politicizzati e cantano di sindacalismo, di lotta operaia e di comunismo, finché nel 1979 , registrato in Italia per l’etichetta CBS con la produzione di Danilo Vaona, pubblica “Soy Un Corazòn Tendido Al Sol” nel quale, senza uscire dalle questioni politiche amplia il proprio orizzonte ai temi dell’amore, della sua terra e del mondo come nel caso dell’argomento del brano “Sòlo Pienso En Ti” uscito come singolo, per molti il suo capolavoro, con il testo basato sul rapporto fra due giovani disabili mentali che sale ai vertici della classifica spagnola.
Traducendo il testo di questo brano non può non venire alla mente da dove Simone Cristicchi possa aver tratto ispirazione per il suo “Ti Darò una Rosa”, vincitore a Sanremo nel 2007; stesso argomento, stessa situazione, a tratti stesse parole.
Nel 1980 nuovo album ”Luna”, sempre registrato a Milano e sempre con Vaona alla produzione dal quale viene tratto il singolo “Quién Puso Más” che tratta di omosessualità e che raggiunge il primo posto nella classifica.
Il periodo che in Spagna va dal 1975 al 1982, dalla morte di Franco ai mondiali di calcio a noi italiani ben cari, viene chiamato “La Tranciciòn” con il progressivo passaggio dalla dittatura alla democrazia parlamentare; di questo periodo Victor Manuel e Ana Belen sono considerati la massima espressione musicale e una delle principali dal punto di vista culturale. Lo scrittore Luis Garcia Gil è autore di un libro “Ana Belen e Victor Manuel. I Battiti del Cuore di un Paese” dedicato agli anni 70 della coppia, quelli della resistenza alla dittatura e della ritrovata libertà, riconoscendo i meriti culturali dei due artisti in un particolare contesto storico per la Spagna.
Ana Belén
Attrice e cantante. Ha combinato teatro, cinema, televisione, concerti e registrazioni; nella sua carriera artistica di oltre 50 anni da sola e come duo musicale col marito Victor Manuel, l’artista ha realizzato più di 40 film, 36 album e una trentina di opere teatrali.
Nata Maria del Pilar Cuesta Acosta a Madrid nel 1951 fin da giovanissima è interessata alla recitazione e al canto. Alla metà degli anni 60 ha iniziato la sua carriera teatrale e cinematografica Mentre lavora al film “Morbo” di Gonzalo Suárez , incontra Victor Manuel sposandolo a Gibilterra nel 1972. Inizia così la sua carriera come cantante, pubblicando diversi album di successo, presentando dischi come “Tierra” nel 1973 o “Calle del Oso” nel 1975, con canzoni composte da Víctor Manuel, alcune delle quali con un chiaro contenuto politico e sociale cosa che procurerà sia a lei che al marito guai con la censura franchista. Nello stesso periodo continua la sua carriera cinematografica con la partecipazione a molti film alcuni come quello del 1974 “El amor del capitán Brando” di grande successo sia di critica che al botteghino. Nel 1975 ha recitato nella tragedia “Antígone”, 5 giorni dopo la prima dello spettacolo ci fu uno sciopero degli attori, durante il quale lei e il marito furono arrestati: Alla fine dello sciopero, Victor e Ana hanno partecipato ad alcuni seminari e sono entrati a far parte del Partito Comunista di Spagna.
La carriera musicale di Ana prosegue in parallelo ma indipendente da quella del marito. Tra la fine dei 70 e i primi anni 80 registra album di grande successo come “Ana” del 1979, “Con las Manos Llenas” nel 1981, “Ana En Brazil” nel 1982. Finalmente nel 1983 la coppia oltre ad esibirsi sul palco pubblica un album “Víctor y Ana En Vivo” che li vede per la prima volta assieme anche su disco. Ai suoi album hanno collaborato oltre al marito, poeti del calibro di Rafael Alberti,.artisti come Joan Manuel Serrat cantante, poeta e compagno di resistenza alla dittatura, attori come Antonio Banderas, musicisti come la leggenda cubana Pablo Milanes , arrangiatori come Geoff Westley, senza dimenticare Miguel Bosé. Oltre alle composizioni del marito Ana ha attinto spesso alla musica italiana; ha realizzato una sua versione di “Agapimù” di Mia Martini cantata sia in spagnolo che in italiano che è diventato uno dei suoi più grandi successi in Spagna e in Sud America, ha inciso un intero 33 giri con versioni spagnole di famosi pezzi di Lucio Dalla Francesco De Gregori, Claudio Baglioni e altri nostri artisti non a caso intitolato “Viva l’Italia” e fra i suoi duetti ci sono quelli con Lucio Dalla col quale ha collaborato più volte.
In una recente intervista ha dichiarato a proposito della sua carriera iniziata da adolescente: “Quando inizi da bambina e non interrompi la tua carriera, se continui a lavorare hai alle spalle un background di tanti anni, ecco perché ho condiviso i lavori con le persone più importanti di questo Paese ma non è merito mio, solo del fatto che ho iniziato molto presto. Questa professione richiede un impegno profondo e la consapevolezza di camminare sul filo del rasoio tutto il tempo. Questa carriera è altamente insicura ma è una passione”
Ana Manuel e Víctor Belén
L’ album del 1986 che avevo acquistato mette un punto alle carriere dei due coniugi. Il doppio 33 giri vende oltre 300.000 copie solo in Spagna, compresa la mia. Da quel momento in avanti Victor Manuel diversificherà la propria attività artistica dedicandosi alla produzione di film alcuni dei quali riceveranno premi ai festival più importanti d’Europa. Pur avendo abbandonato il PCE già nel 1982, si dichiara per il no al referendum per l’ingresso della Spagna nella NATO e in musica non abbandona i temi sociali impegnandosi nella lotta alla droga con concerti e con una canzone “La Madre” dal testo scioccante che affronta l’argomento dal punto di vista della madre di un tossicodipendente e torna ad occuparsi di omosessualità con la storia di un transessuale nel brano “Como Los Monos de Gibraltar”.
Si alterna fra musica e cinema fino al 1993 quando produrrà il film “Tirano Banderas”, protagonisti Gian Maria Volonté alla sua ultima interpretazione prima della morte e la moglie Ana.
Nel 1994 con la partecipazione di molti artisti spagnoli e internazionali viene pubblicato uno dei progetti discografici di maggior successo della coppia, Mucho más que dos. Le collaborazioni dei due proseguono con tournee trionfali in compagnia di altri artisti e mentre Ana si dedica alla partecipazione a programmi televisivi e nel 1997, pubblica un nuovo album, Mírame , di sue canzoni e duetti e che è diventato il disco più venduto della sua carriera da solista, Manuel nel 2004 incide un nuovo album, El perro del garage , con attualità come la guerra in Iraq, la catastrofe della petroliera Prestige, l’11 settembre e le donne maltrattate.
Ad un certo punto della loro carriera decidono di scambiarsi nomi e ruoli “Con così tanti anni di matrimonio alle spalle, siamo quasi la stessa persona” ha dichiarato Ana che ha poi confessato “È sempre stato ispirato da me, compone annusando la mia biancheria intima e quelle cose tipiche degli artisti”; dal canto suo Victor ha affermato: “Uno dei nostri album si intitola “Per la tenerezza c’è sempre tempo”. Ebbene, penso che sia arrivato il momento della tenerezza per me”. Riascoltandolo oggi possiamo dire che il doppio album citato dall’artista è invecchiato maluccio per colpa di arrangiamenti troppo riconducibili al suono elettronico degli anni 80, in contrasto con la passionalità spagnola della scrittura musicale di Victor, ma, eseguiti dal vivo, brani come “La Puerta De Alcalà conservano tutta la loro forza, il loro fascino e il messaggio è tutt’ora attuale.
I due hanno ricevuto numerose onorificenze e riconoscimenti, nel 2015 sono stati premiati negli Stati Uniti con il Latin Grammy Award.