Questo pomeriggio la Camera di Commercio di Arezzo-Siena ha reso noti i dati del Movimprese al 31 dicembre 2020 relativi alla nati-mortalità delle imprese aretine. Il report evidenzia sostanzialmente una fase di stallo per il sistema imprenditoriale, con una flessione delle nuove iscrizioni al Registro Imprese al quale è corrisposto un analogo andamento sul fronte delle cancellazioni.
Nell’anno della pandemia le nuove imprese nate in provincia di Arezzo sono state 1.627, con una contrazione del -15,8% rispetto alle 1.933 registrate nel 2019. Situazione analoga per le cessazioni, che nel 2020 sono state 1.758 rispetto alle 2.115 dell’anno precedente (contrazione del -16,4%).
Le sedi di impresa in provincia di Arezzo si attestano a 37.139 unità con un saldo negativo del -0,38% pari a 141 imprese in meno.
Il presidente della CdC Massimo Guasconi ha attribuito questo momento di stasi principalmente al clima di estrema incertezza delle prospettive future, derivante dall’evoluzione della pandemia. “A confermarlo sono soprattutto i dati sull’entità delle cessazioni d’impresa – spiega – Le cancellazioni si concentrano normalmente nel primo trimestre di ogni anno, ma indubbiamente le attese legate ai benefici ed agli effetti dei vari decreti ristori sembrano aver, quantomeno, posticipato possibili cessazioni di attività. Addirittura in provincia di Arezzo il dato complessivo 2019 aveva fatto segnare una contrazione più marcata, -0,48%, con una differenza in negativo di -182 imprese rispetto alle -142 di quest’anno. Sarà comunque necessario attendere i dati complessivi del 2021, se non addirittura del 2022, per riuscire a quantificare le reali conseguenze della pandemia sul nostro sistema economico.”
Riguardo alla contrazione delle nuove iscrizioni, il segretario generale dell’ente Marco Randellini spiega che “è la più rilevante degli ultimi vent’anni e supera anche quella del 2008, l’anno dell’inizio in Italia della grande crisi economico-finanziaria. Per quanto concerne le forme giuridiche, anche in questa fase emergenziale, le società di capitale confermano il loro ruolo di motore del sistema imprenditoriale. Nel 2020 sono infatti cresciute del 1,97 con un saldo di +207 imprese. In flessione invece nel 2020 sia le società di persone -1,16% (-75 unità) che le imprese individuali -1,40% (- 274 unità). Stabili le ‘altre forme societarie’, categoria che comprende per lo più le società cooperative, che ha un incremento dello 0,12%. Per quanto concerne le imprese artigiane il dato 2020 presenta un saldo negativo, in valori assoluti, di 156 unità”. “Se si analizza l’andamento della nati-mortalità per i settori più significativi del nostro sistema economico –prosegue Marco Randellini – si evidenzia una flessione dell’agricoltura, -1,9% (- 110 unità) e del manifatturiero, -1,3% (-70 unità). All’interno del manifatturiero registriamo una lieve contrazione (-0,7%) della moda che dalle 1.081 aziende del 2019 scende a 1.073 ed una più consistente (-2,3%) della gioielleria-oreficeria che perde 32 imprese, attestandosi a 1.361 unità. In flessione dell’1,8% il commercio all’ingrosso ed al dettaglio (che perde 144 imprese) mentre cresce il numero delle imprese nelle costruzioni (+0,6%) , in tutti i servizi e nel settore più penalizzato dall’emergenza Covid 19, alloggi e ristorazione che dalle 2.595 imprese del 2019 passa alle attuali 2.613 (+0,7%). Come già sottolineato dal Presidente Massimo Guasconi occorrerà comunque attendere i prossimi trimestri e gli altri macro indicatori per avere un quadro significativo degli effetti della pandemia sull’ economia aretina”.