Sono numerose le reazioni seguite alla decisione del consiglio comunale di Monterchi, lo scorso 30 dicembre, di non rinnovare la partecipazione all’interno della Fondazione Piero della Francesca, di cui nel 1990 era stato uno dei fondatori insieme ai comuni di Sansepolcro e di Arezzo, all’allora Comunità montana (a cui è poi subentrata l’Unione dei comuni) e a due realtà nel tempo uscite dall’ente, la Provincia e la Banca Popolare dell’Etruria. È di questo pomeriggio un comunicato stampa del presidente della Fondazione Giovanni Pennacchini: “È con rammarico che apprendiamo della volontà del sindaco Alfredo Romanelli di uscire dal novero dei soci della Fondazione Piero della Francesca”, scrive Pennacchini, ricordando la “passione e lungimiranza” con cui soggetti pubblici e privati fondarono l’ente. La nota passa poi ad elencare le attività svolte di recente dalla Fondazione:
“Durante questo complicato anno 2020, abbiamo effettuato una profonda analisi sulla nostra struttura ed oggi possiamo affermare che stiamo lavorando affinché la Fondazione diventi l’hub per gli studi pierfrancescani riconosciuto a livello internazionale. La Fondazione ha iniziato la revisione del proprio statuto, avviando proposte d’intesa per accogliere nuovi soci, pubblici e privati. È giunto in fase finale il rinnovamento del Comitato scientifico e lavoriamo alla valorizzazione della nostra pubblicazione “1492”. La Fondazione ha avviato il progetto “Piero nel Mondo” per creare una rete museale internazionale. Collaboriamo con il Museo civico di Sansepolcro, con la Fondazione Guido d’Arezzo (Arezzo capitale italiana della cultura) e con la Fondazione Arezzo Intour (progetto festività 2020). Continuiamo a rendere fruibile la nostra biblioteca specialistica, accogliamo studenti e stagisti, favoriamo la visitabilità della Casa di Piero ed offriamo l’allestimento di “Spazi del Pensiero” di assoluto valore. Viviamo in strettissima simbiosi con il mondo del volontariato e collaboriamo con gli altri soggetti culturali presenti nel nostro territorio”.
“Il grande patrimonio della Fondazione è costituito dalle persone che la rendono viva ed ogni defezione rappresenta un impoverimento – conclude la nota di Pennacchini – Prendiamo atto della decisione del comune di Monterchi, sarà comunque un’ulteriore motivazione a lavorare per il bene di tutte le comunità che si riconoscono nel lascito di Piero della Francesca. Confidiamo nell’impegno di tutti ed auspichiamo che il comune di Monterchi possa, in futuro, riconsiderare questa decisione”.
Lo stesso Romanelli, sentito da TeverePost, non ha escluso futuri ripensamenti: “Certamente la nostra uscita non è una cosa tassativa – ha detto – ma se le cose stanno come sono adesso non ha senso tenere aperta una Fondazione che va adeguata anche nello statuto, ormai superato, e che deve capire se vuole continuare a gestire l’ordinario oppure vuole fare qualcosa di diverso, allargare gli orizzonti ad altri enti e anche al coinvolgimento di privati. Oggi la Fondazione ha 30.000 euro di entrate, tutte dai tre comuni e dall’Unione, che tipo di attività vogliamo fare in questa situazione?”, si chiede Romanelli. “Va inoltre capito se questa Fondazione ha un respiro territoriale oppure no, perché in venti anni a Monterchi non è stato mai organizzato niente”.
La scelta dell’amministrazione monterchiese è sembrata cogliere di sorpresa gli interlocutori, ma al proposito Romanelli puntualizza: “Questo è solo sembrato, perché sollevavo la questione da tempo, poi a un certo punto qualcosa andava fatto. Abbiamo nominato un nuovo presidente per risolvere determinati problemi, ma dopo quasi due anni cambiamenti significativi non ce ne sono stati. Con questo – specifica il sindaco – non voglio dire che qualcuno è colpevole di qualcosa in particolare, sto accusando un’inerzia di tutti noi, anch’io lo sto dicendo ma da soli non si può fare nulla. Bisogna rompere gli indugi e trovare un’alternativa – conclude – sennò diventa una fondazione di un unico ente che se la gestisce e trova le risorse, ma non può essere una Fondazione di più enti in cui non c’è nessuna prospettiva”.
La decisione dell’amministrazione monterchiese è stata fortemente criticata dall’opposizione. Lorenzo Minozzi, del gruppo Viva Monterchi Viva, ha spiegato al nostro giornale che “l’uscita dalla Fondazione di uno dei comuni fondatori, che tra l’altro detiene anche una delle opere di Piero, andava discussa in maniera approfondita in commissione cultura e in consiglio comunale. È un’appartenenza che viene da lontano, in passato abbiamo anche espresso un presidente e partecipato a numerose attività, quindi la questione andava meditata a fondo. Il sindaco doveva tirare fuori le problematiche non solo in Fondazione ma anche in consiglio, in modo che potessero diventare argomento di una battaglia comune”. Per Minozzi questa decisione, dopo che “di fatto è chiuso il museo delle bilance”, contribuisce a rendere “triste e senza prospettive lo scenario culturale di Monterchi”. In ultimo, l’esponente del centrosinistra parla anche di scarso rispetto verso gli altri soci, visto che Monterchi “avendo un’opera di Piero ha un dovere morale rispetto alla promozione, allo studio e alla ricerca” sull’artista, e di scarso rispetto anche “nei confronti della nostra storia: se c’è da rilanciare e riqualificare la Fondazione un comune fondatore contribuisce attivamente a farlo – dice Minozzi – e non esce dicendo che potrebbe rientrare se le cose andranno meglio”.
Sul tema era intervenuto nella giornata di ieri anche il Partito Democratico di Sansepolcro: “Sono molto molto lontani i tempi in cui nella nostra città si progettava di riunire le Terre di Piero della Francesca in un unico circuito che mettesse insieme Rimini, Urbino, Arezzo, Perugia, Monterchi e Sansepolcro. Dopo quattro anni di amministrazione Cornioli non si è in grado di tenere collegati neanche i comuni della Valtiberina”, scrive il PD, che poi passa a chiedere conto “delle idee e dei grandiosi progetti che doveva lanciare questa amministrazione sulla Fondazione. Dall’inaugurazione di inizio mandato di alcune sale allestite tutto è rimasto immobile e sonnacchioso – si legge nella nota – Neanche il nuovo presidente, voluto fortemente da Cornioli, ha prodotto alcunché se non l’ordinaria amministrazione e la Fondazione Piero della Francesca è stata completamente dimenticata”. L’uscita di Monterchi è definita dai democratici “dannosa perché mina le fondamenta della collaborazione in ambito culturale tra i comuni della provincia di Arezzo che sono legati indissolubilmente al nome di Piero della Francesca. Un passo che giudichiamo senza lungimiranza dettato dalle problematiche del momento. La Fondazione, nella nostra visione, potrebbe fungere da comitato scientifico del Museo di Sansepolcro e di quello di Monterchi, con proposte culturali di alto livello. Siamo consapevoli che ci sia tanto da lavorare, ma la Fondazione rappresenta uno strumento importante da cui non si esce o si entra per puro calcolo economico, ma nel quale si contribuisce con idee e risorse. Ci dispiace constatare questo ennesimo fallimento per la nostra città – conclude il PD – che non solo non sta facendo passi avanti, ma si sta chiudendo ancora di più all’interno delle sue mura”.