Francesco Del Siena è l’ultimo arrivato nella squadra di assessori al governo di Sansepolcro, avendo rimpiazzato all’inizio di ottobre il dimissionario Luca Galli nella gestione delle deleghe ad urbanistica e turismo. È stato però per l’intera legislatura un elemento di punta dell’amministrazione Cornioli, che ha rappresentato anche in consiglio provinciale e in quello dell’Unione dei comuni. Alla fine dell’ultimo anno solare prima delle elezioni amministrative lo abbiamo sentito per un bilancio sul quinquennio che si avvia alla conclusione e per capire cosa dovranno aspettarsi gli elettori chiamati alle urne per rinnovare sindaco e consiglio comunale.
Che bilancio tracci del lavoro dell’amministrazione durante l’attuale consiliatura?
Siamo partiti con aspettative elevate perché il risultato elettorale ci ha dato la responsabilità di rispecchiare la volontà di un cambiamento forte, non legato a dinamiche di partito ma alle persone, alle competenze e a un’idea di città. Sicuramente è stata un’esperienza positiva per Sansepolcro, durante la quale abbiamo gestito sia l’ordinario – quindi ciò che una buona amministrazione deve fare perché i cittadini vivano in un paese curato e con iniziative – sia emergenze: oltre a quella sanitaria ci sono state quella occupazionale di Cose di Lana e quella infrastrutturale del Puleto, che hanno sicuramente tolto energie e tempo a progettualità che erano in atto, e che comunque non si sono fermate. Certo si poteva fare di più, però in un tempo di ristrettezza economica, emergenze che si susseguono, leggi nazionali e regionali in qualche modo limitanti, il giudizio sull’amministrazione di cui faccio parte è totalmente positivo.
Ci sono risultati che si spera di ottenere di qui alla fine della legislatura?
La cosa che ci rammarica è non aver ancora avuto modo di concludere alcune progettualità, che si completeranno nei prossimi mesi: innanzitutto l’arteria fondamentale che è il ponte sul Tevere, con i lavori che dovrebbero ripartire a giorni; la ristrutturazione della stazione ferroviaria; la ristrutturazione e pavimentazione sia di Palazzo Muglioni che di Via Aggiunti; la scuola media Buonarroti e tutto il complesso del secondo stralcio della scuola Collodi. Poi a livello museale ci sarà un’altra mostra che conclude l’accordo con il gestore, e anche a livello di turismo abbiamo in programma alcune attività. Dovevamo farle in questo periodo, già da novembre, ma le abbiamo rimandate almeno a marzo per ovvi motivi.
Dopo le regionali si attendevano notizie sulla ricandidatura o meno del sindaco, invece sono passati oltre tre mesi e le riserve non sono state sciolte. Del Siena è considerato il fedelissimo di Mauro Cornioli, quindi meglio di tutti può spiegarci come stanno le cose.
Questa definizione di “fedelissimo”, di “guardia”, a volte è stato detto anche “badante del sindaco”, ormai me la porto dietro. Forse perché sono uno dei primi che ha creduto nella figura di Mauro come sindaco e che ha creduto nel fatto che potesse essere l’anello di congiunzione tra le diverse forze della nostra coalizione. Mauro aveva detto che avrebbe comunicato le sue decisioni dopo le regionali, ma la seconda ondata della pandemia ha stoppato alcuni ragionamenti sia interni alla maggioranza che personali del sindaco. Nella passata campagna elettorale ha detto che avrebbe fatto un solo mandato, ma le condizioni possono essere cambiate: anche solo chiudere i progetti avviati può essere uno stimolo. Sono dei ragionamenti che stiamo iniziando a fare in coalizione ma che ancora sono un po’ prematuri. Del resto i tempi della politica oggi sono molto accorciati, lo si è visto anche in comuni limitrofi dove le decisioni dei sindaci sono arrivate a un mese e mezzo dalle elezioni. Diciamo comunque che lavoreremo anche sotto queste feste per capire quello che si può fare.
Però l’impressione è che questo stallo dipenda più che altro dal fatto che dentro la maggioranza ci sono persone o forze politiche che non vogliono riproporre il sindaco. Questo scenario non ti sembra realistico?
Amministrare in questi tempi di continue emergenze non è facile ed è faticoso. Da parte di tutti i componenti dell’amministrazione c’è quindi un po’ di stanchezza, ma credo che sia fisiologica. Poi, come sto vedendo in altre realtà, si stanno ricreando scenari bipolari. Anche le ultime elezioni regionali hanno evidenziato una chiara divisione che cinque anni fa non c’era, perché c’erano forze politiche come il Movimento 5 Stelle che andavano a prendere a livello nazionale una buona fetta di elettorato più volubile. Da parte nostra c’è una volontà di coerenza e di concludere questa amministrazione in unità di intenti. Tutte le liste hanno la volontà di finire al meglio, questo deve essere detto in maniera forte. Malumori o battibecchi non ne abbiamo mai avuti nell’arco di cinque anni. C’è stata magari qualche divergenza di posizioni, ma questo non ha leso l’unità della nostra amministrazione.
Qualora si sfaldasse la coalizione, i Democratici per Cambiare sarebbero pronti a sostenere Cornioli anche con una formazione diversa?
Se la coalizione saltasse o comunque mutasse andrebbe ridiscusso un po’ tutto, anche il futuro dei DPC stessi. La nostra lista compirà dieci anni l’11 gennaio, è cresciuta, è mutata, ha fatto opposizione, ha amministrato e si sta domandando cosa fare. Dopo dieci anni di questa bella esperienza stiamo cercando di capire con i membri del nostro direttivo quello che si può andare a fare. Sostenere un progetto civico con Mauro Cornioli o non sostenerlo sono ancora ragionamenti prematuri, perché la cosa fondamentale è capire la volontà di Mauro, se lui ci sta e se ci sta tutta la parte che adesso lo sostiene. Certo cambiando delle persone, perché ci sta che qualcuno possa ritenere giusto dopo un impegno di cinque anni lasciare il posto ad altri. La cosa fondamentale per noi, come ripeto, è essere coerenti con il patto che abbiamo stretto alle scorse elezioni coi cittadini.
Quali sono i rapporti tra i DPC e la “casa-madre” Partito Democratico?
Il PD è stato “casa-madre” solo di alcuni di noi, e comunque non lo è più, visto che io e gli altri siamo usciti dal direttivo il 21 dicembre 2010 per fare quest’esperienza civica che ci portò due legislature fa ad appoggiare Danilo Bianchi. I rapporti sono quelli che si vedono in consiglio, quindi prevalentemente di conflitto. Alcune volte c’è stato anche un ragionamento comune su alcuni punti programmatici da portare avanti in maniera unitaria, ma questo ha riguardato tutte le forze consiliari.
Dopo la nomina ad assessore sei stato surrogato in consiglio comunale in modo un po’ turbolento e alla fine è subentrata Simona Bartolo, che si è dichiarata in maggioranza ma di fatto ne viene tenuta fuori, come si nota anche nella comunicazione del comune. Questo approccio non rischia alla lunga di essere un assist per l’opposizione?
La surroga è stata turbolenta, non si può negare. Per quanto riguarda Simona Bartolo, ha fatto la scelta di surrogare me e subito dopo di non far parte della nostra lista, con cui aveva preso i voti, si era spesa, aveva preso un impegno coi cittadini e aveva collaborato con altre persone che insieme avevano permesso di eleggere quattro consiglieri. Quindi non è più un “problema”, per così dire, dei Democratici per Cambiare. D’altra parte un gruppo misto dentro la maggioranza non si era mai visto, e comunque non vedo una grossa volontà da parte sua di partecipare alle riunioni di maggioranza. Da parte nostra c’è sempre la disponibilità al confronto, alla programmazione e alla condivisione. So che la figura del sindaco riesce di più a coinvolgerla, e inoltre lei ha anche il ruolo di capogruppo, quindi a livello amministrativo il presidente del consiglio la coinvolge sulle decisioni da prendere riguardo a organizzazione dei consigli o posizione da tenere su alcuni temi.
Questo però riguarda tutti i capigruppo, anche quelli di minoranza.
Sì, esattamente.
Per concludere torniamo alle amministrative: quale sarebbe secondo te lo scenario ideale?
Avere nelle forze partitiche due candidature molto politiche. Questo permetterebbe a realtà come la nostra di andare alla ricerca di quelle figure civiche, di quelle figure della società che possano impegnarsi in un progetto slegato dai partiti. Io credo sempre che il civismo sia una forza per una comunità come Sansepolcro.