Imponenti. Le mani della Creazione di Adamo si sfiorano per creare uno dei solidi platonici raffigurati da Pacioli nel De Divina Proportione. Ora le pareti esterne della palestra delle scuole medie a Sansepolcro non hanno più quel triste grigiore… Su di esse è apparso il graffito di AWZO, ultimo di una serie di opere di street art che hanno positivamente “invaso” la cittadina biturgense da quest’estate, un progetto pensato dell’assessore Gabriele Marconcini.
«A volte bisogna un po’ osare», ci dice in una chiacchierata informale l’assessore alla cultura in riferimento alla favorevole accettazione tra gli abitanti di questo nuovo filone di arte urbana, in un contesto in cui il patrimonio storico e artistico è importante. L’Arte in-Strada Cultura della Pace è l’idea nata sulla scia della mostra di Banksy che ha saputo arricchire e riqualificare alcune zone della città compreso il centro storico, perché nonostante la sua splendida eredità rinascimentale anche Sansepolcro presenta alcune “brutture” postmoderne ed angoli da recuperare dal degrado.
Di grande impatto, l’opera è veramente un omaggio alla città; dal tema dei grandi artisti da cui prendono nome le scuole adiacenti, al bianco nero che subito rimanda al gonfalone di Sansepolcro ed al tipico motivo “zebrato” delle chiese Toscane; colori simbolo anche della squadra di basket locale Dukes. la quale trova sede nella palestra luogo del murales. Così ce lo descrive AWZO, al secolo Paolo Legumi, perugino, writer dal ’94, una passione forte per il disegno ed i 45 giri:
«In questo disegno c’è l’Arte antica che incontra quella moderna. Ci sono le mani della Creazione di Michelangelo che si toccano nel Tetraedro di Pacioli ma io ci vedo anche il simbolo della Pace. Ognuno poi può vedere anche altro, in fondo anche questo è il significato dell’arte, una propria interpretazione, un significato “aperto” all’immaginazione personale».
Nel vederlo realizzare la propria opera, AWZO colpisce subito per la dedizione e la cura. Difatti nonostante il graffito di dimensioni notevoli a distanza colpisca subito, avvicinandosi si può notare la precisione con la quale è stato eseguito, ogni particolare ed imperfezione sono stati definiti senza lasciare nemmeno una sbavatura. Nell’incontro durante la creazione, Paolo ci racconta di sé e della sua formazione:
«Ho iniziato come puro writer e seguace della cultura hip hop a 360 gradi. Dopo 25 anni è difficile avere un altro approccio, ancora la fonte d’ispirazione a livello artistico e umano resta quella anche quando il disegno non è prettamente legato al writing o comunque solo alle lettere. Da quando ho iniziato a usare spray per dipingere ho sempre fatto commissioni (o come li chiamavamo noi “lavori legali”), questo per lo più per potermi procurare il materiale che era ed è alquanto costoso e per continuare a dipingere in totale autonomia.
Per me disegnare è stato da sempre una via di fuga e un ritorno a casa allo stesso tempo, è ciò che mi tiene in “equilibrio”, somatizzare il mio vissuto in immagini che creo e cedo agli altri.
Da qualche anno a questa parte la diffusione della cosiddetta street art ha permesso che molta più gente iniziasse a incuriosirsi a questo fenomeno, ma io sinceramente non mi inquadro tanto come street artist, forse perché in realtà nel 90% dei casi quando dipingo per me disegno fondamentalmente graffiti, ma non necessariamente illegalmente o tag [la sigla usata come firma dai writers, ndr] come si potrebbe pensare».
Nella conclusione di quest’opera, che racchiude significati simbolici nella sua fusione tra l’arte antica, canonica, e quella moderna, di strada, AWZO ci regala un’ultima visione personale per la sua creazione, interessante per comprendere l’approccio culturale nel mondo del writing:
«Il graffito per me è concluso qui, per il momento, ma lascia spazio ed apertura ad altro. Sperando non venga deturpato, però tra le righe bianche e nere forse qualcun altro potrà trovare spazio per aggiungere qualcosa, magari qualcosa che l’arricchisce, di interessante…»