“Molte ombre e poche luci”. È questo il giudizio del gruppo consiliare PD-InComune sulla gestione del Museo Civico di Sansepolcro, la cui esternalizzazione, secondo la compagine guidata da Andrea Laurenzi, “non ha dato i frutti sperati. Purtroppo l’Amministrazione comunale ha deciso di demandare totalmente gli indirizzi culturali a un soggetto privato, senza nessun tipo di concertazione e di visione”, lamentano i Democratici. “Nel tempo si sono succedute mostre più o meno riuscite, senza un obiettivo di crescita e sviluppo del territorio, calate dall’alto a seconda delle disponibilità del momento del gestore e strumentali all’aumento del costo del biglietto”. La nota del PD sottolinea che le varie mostre “non sono mai state concepite per il nostro museo, ma sono approdate a Sansepolcro dopo lungo peregrinare su e giù per lo stivale” e “sono state ospitate nelle sale del Civico per lunghissimo tempo, quasi fosse un magazzino di alto pregio”. Viene citato l’esempio di Leonardo da Vinci: Visions, che “non ha sicuramente brillato per originalità, ma ha vinto il premio per la lunghezza della permanenza, ben 11 mesi”. Altro appunto è rivolto al mancato funzionamento del Comitato scientifico: “Prima la defezione di Tomaso Montanari, poi la scarsa partecipazione, la mancanza di un budget dedicato, di idee o progetti da condividere hanno fatto naufragare il tutto in un nulla di fatto”.
Le critiche si concentrano anche sui numeri dei visitatori, che non giustificherebbero “i toni trionfalistici dell’assessore Marconcini. Il 2018 – argomenta il gruppo PD – doveva e poteva essere un anno di grande rilancio per il Museo con la conclusione del restauro della Resurrezione, ma su circa 41.000 ingressi più di 7.500 biglietti sono stati omaggio”, cosa “che ci fa pensare che il Museo sia stato oggetto di cerimonie, incontri e visite guidate cittadine. I dati dei visitatori del 2019 iniziano con un calo significativo degli ingressi, sicuramente per effetto della chiusura della E45, e si attestano su 30.500 paganti e oltre 5.000 non paganti. Tutte le cifre riportate sono in linea con gli anni precedenti, nei quali la Resurrezione era in restauro e parzialmente visibile, o presentano piccoli incrementi. Basterebbe poi fare un giro per le sale del Museo per rendersi conto della situazione che vi regna: stanze vuote, opere incerottate, restauri non terminati, illuminazione da migliorare. Tutte cose che potevano o possono essere messe a punto nei periodi di forzata chiusura”.
La disamina dei Democratici sul tema si conclude con l’invito all’amministrazione a non volersi “cimentare in un nuovo bando per l’affidamento dei servizi museali prima della fine del suo mandato”, optando invece “per lasciare la scelta del tipo di gestione e del tipo di incarico a chi vincerà le prossime elezioni”.