È in edicola dal 3 novembre il settimo volume della collana Cammini e sentieri, serie di 14 libri dedicati agli itinerari da percorrere a piedi in Italia e in Europa. Questo mese la pubblicazione proposta da National Geographic e Repubblica è incentrata sull’Appennino centrale. Non poteva quindi mancare un approfondimento sulla Via di Francesco, curato dal giornalista di viaggio Fabrizio Ardito, che è anche il coordinatore dell’intero progetto editoriale. In quasi trenta pagine l’autore descrive il percorso, ne mette in evidenza le attrattive – naturali come artistiche e spirituali – e ricorda gli episodi della vita del santo di Assisi che hanno caratterizzato i luoghi attraversati.
Le vie legate alla vita e alla predicazione di san Francesco, sottolinea l’articolo, non ricalcano itinerari storici, come è il caso del Camino Francés per Santiago, dalla Via Romea Germanica o della Via Francigena. Fanno invece parte, analogamente al Cammino minerario di Santa Barbara in Sardegna o a quello di San Benedetto, di quella categoria di percorsi nati negli ultimi anni, ma non certo inventati dal nulla. Sono anzi il frutto di approfonditi lavori di ricerca storica e topografica che hanno permesso di riunire insieme tanti luoghi collegati a uno specifico tema. Quello di Francesco è dunque “un cammino moderno”, scrive Ardito, “che si snoda seguendo una rete di vie del passato”. Un mosaico di sentieri e mulattiere che furono a suo tempo attraversati da san Francesco stesso e dai suoi frati, diretti verso borghi, castelli, chiese ed eremi.
L’articolo, accompagnato da un ricco corredo fotografico, si concentra sul percorso classico, che va dal santuario della Verna fino a Roma, per complessivi 440 chilometri. Fa tuttavia riferimento anche alle ipotesi di prologo da Firenze che “grazie al lavoro di diversi autori italiani e stranieri” prevedono l’aggiunta di una serie di tappe. La parte subito dopo La Verna è quella che attraversa la Valtiberina toscana. Nel testo si descrivono i grandi boschi che ci si lascia alle spalle per arrivare a Pieve Santo Stefano, che viene valorizzata con il riferimento al Piccolo museo del diario e all’Archivio nazionale. La tappa per Sansepolcro, “molto lunga e aspra” e per questo spesso divisa in due dai camminatori, interessa l’Alpe della Luna e gli eremi di Cerbaiolo e Montecasale. A quest’ultimo luogo è dedicato un approfondimento con il famoso episodio dei ladroni ammansiti dall’Assisate. Giunti in pianura, il consiglio è quello di godersi le opere di Piero della Francesca.
Si entra poi in Umbria a Citerna e il racconto prosegue verso Assisi e da lì fino alla Capitale, con focus specifici sulla pieve de’ Saddi a Pietralunga, il bosco di San Francesco, il Museo della civiltà dell’olivo a Trevi, l’abbazia di Farfa nel Reatino. Si va così a comporre un viaggio che, spiega l’autore, “merita di essere affrontato per molti motivi”. Tra i quali “la natura che offre spettacoli diversi e vari” e “la presenza costante e profonda della spiritualità francescana”. In questo Fabrizio Ardito coglie una grande differenza con il Cammino di Santiago: se lì l’elemento del culto è legato al passato, qui la presenza dei frati e delle monache è ancora oggi “viva e attuale”. E segna “un percorso che chiunque (ateo o credente) potrà trovare profondo e coinvolgente”.