“The secret behind successful succession”. Questo il titolo dell’ampio reportage che il Financial Times, uno dei giornali più autorevoli e letti del mondo in ambito economico-finanziario, ha interamente dedicato alla storia ultracentenaria dell’azienda Busatti. Nell’ultima settimana di settembre il borgo medievale di Anghiari, sede del rinomato stabilimento tessile operativo dal 1842, ha avuto il piacere di ospitare una troupe di giornalisti del quotidiano britannico interessati ad approfondire il concetto di ‘family run business’, ossia le aziende a conduzione familiare, attorno al quale ruota il successo di questa autentica eccellenza del made in Italy.
Una due giorni di shooting, interviste e riprese il cui risultato finale è stato reso pubblico proprio in questi giorni sul sito web del Financial Times. “Le imprese familiari sono la pietra angolare dell’economia globale e alcuni dei marchi più rispettati al mondo sono a conduzione familiare. Mentre il mondo affronta le conseguenze della pandemia di Covid-19, questo tipo di attività si distingue per la sua innovazione e resilienza” si legge nell’introduzione al servizio.
Il filmato si focalizza in particolare sul passaggio di testimone tra l’ottava e la nona generazione attraverso le testimonianze del presidente onorario Giovanni Sassolini Busatti e dei due figli Livio e Stefano, oggi rispettivamente CEO e responsabile dell’area Produzione e Design dell’azienda. “Nel 1975 mia madre mi affidò la guida dell’azienda dopo che lei stessa l’aveva ricevuta da mio nonno. Giunto alla soglia dei 70 anni ho deciso che per me era abbastanza” racconta il patron.
Come sono nati i contatti tra Busatti e Financial Times? A svelare il curioso retroscena è Livio Sassolini: “Tutto è nato dopo che il nostro collaboratore Stefano Rossi ha portato alcuni amici a visitare la nostra azienda assieme a mio fratello. Tra gli ospiti vi era anche un producer che con la sua agenzia realizza video per varie aziende e organi di stampa, tra cui il Financial Times, rimasto fortemente colpito dalla nostra realtà.” “L’agenzia si è subito interessata al progetto – prosegue – e dopo un paio di settimane i giornalisti ci hanno prontamente raggiunto per raccontare i nostri duecento anni di storia. Il fatto che tutto questo sia nato in modo quasi casuale, grazie alla sensibilità e all’attenzione di un nostro collaboratore, è forse la dimostrazione che Busatti è davvero una grande famiglia e questo è certamente un ulteriore motivo di orgoglio.”